ARCHITETTURA
"Architettura" deriva da architetto, parola di origine latina: architectus, derivante a sua volta da una parola greca: architéktōn. Quest'ultimo termine risulta composto dai termini ἀρχή (árche) e τέκτων (técton) che significa "ingegnere", "capo costruttore" o proprio "architetto".
L'architettura è considerata oggi come la disciplina che ha lo scopo di organizzare gli spazi dalla scala più grande alla scala minore, concentrando il proprio interesse sugli spazi in cui l'uomo vive, non a caso da quando l'uomo ha avuto capacità cognitive tali da potersi organizzare in civiltà, l'architettura è sempre esistita.
L'architettura è nata per soddisfare alcune tra le più importanti necessità della vita degli uomini, come ad esempio la protezione dagli agenti atmosferici, e proprio per questo è tra le discipline maggiormente presenti in tutte le civiltà. Successivamente, alla funzione primaria vennero aggiunte funzioni secondarie in numero sempre crescente, e così l'architettura è diventata ancor più importante e ricercata.
Definire l'architettura risulta difficile in quanto il fenomeno architettonico è stato sempre presente nella cultura dell'uomo, acquistando caratteristiche, definizioni, funzioni, aspetti spaziali e costruttivi spesso differenti o addirittura contrastanti da civiltà a civiltà o da epoca ad epoca.
Da qui viene fuori il problema dell’architettura moderna. Oggi, ancor più che in altre epoche, non c'è la necessità di individuare nuove forme, nuove marginature di finestre e porte, di sostituire colonne, pilastri... bisogna cercare di creare di sana pianta la casa nuova, costruita facendosi carico di tutte le nozione storiche che l'architettura ci ha lasciati, cercando di realizzare una nuova armonia di volumi e di profili.
Riprendendo le parole che Antonio Sant'Elia pubblicò sul Manifesto dell’Architettura Futurista nell'agosto 1914: "Sentiamo di non essere più gli uomini delle cattedrali e degli arengari; ma dei grandi alberghi, delle stazioni ferroviarie, delle strade immense, dei porti colossali, dei mercati coperti, delle gallerie luminose, dei rettifili, sventramenti salutari. Noi dobbiamo inventare e fabbricare ex novo la città moderna simile ad un immenso cantiere tumultante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa moderna, simile ad una macchina gigantesca. Gli ascensori non debbono rincantucciarsi come vermi solitari nei vani delle scale; ma le scale ‐ divenute inutili ‐ debbono essere abolite, e gli ascensori debbono inerpicarsi come serpenti di ferro e di vetro lungo le facciate. La casa di cemento, di vetro, di ferro, senza pittura e senza scultura, ricca soltanto della bellezza congenita alle sue linee e ai suoi rilievi; straordinariamente brutta nella sua meccanica semplice, alta e larga quanto più è necessario, e non quanto è prescritto dalla legge municipale, deve sorgere sullʹorlo di un abisso tumultuante".
Adolf Loos, celebre architetto austriaco di inizio '900, parlava così, discorrendo sui temi che riguardano l'architettura:"La casa deve piacere a tutti. A differenza dellʹopera dʹarte che non ha bisogno di piacere a nessuno (...) Dunque la casa non avrebbe niente a che vedere con lʹarte, e lʹarchitettura non sarebbe da annoverare tra le arti: Proprio cosi. Soltanto una piccolissima parte dellʹarchitettura appartiene allʹarte: il sepolcro e il monumento. (...) Se In un bosco troviamo un tumulo, lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto qualcuno. Questa è architettura".
Cosa penso io dell'architettura? Più che definirla con tante parole ed essere prolisso, credo che le parole di William Morris, pubblicate nel volume Prospects of Architecture in Civilization nel 1881, esprimano un concetto di « architettura » puro, vero e volutamente marcato: "il concetto di architettura è nellʹunione e nella collaborazione delle arti, in modo che ogni cosa sia subordinata alle altre e con esse in armonia, e quando userò tale parola, questo sarà il significato, non uno più ristretto. Eʹ una concezione ampia, perché abbraccia lʹintero ambiente della vita umana; non possiamo sottrarci allʹarchitettura finché facciamo parte della civiltà, poiché essa rappresenta lʹinsieme delle modifiche e delle alterazioni operate sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane, eccettuato il puro deserto".
Veduta di Francoforte Sul Meno, Germania (2014)